La bella estate della beata Maddalena da Carpi conversa delle Serve di Maria

La festa di Santa Maria Maddalena, il 22 luglio, ha luogo nella parte dell’estate più torrida, durante la quale la natura è feconda e nello stesso tempo declinante, come lo è il sole, visto per metafora nel suo legame antico e simbolico con il mondo della terra e degli uomini.
Forse per questa parvenza, Maddalena, peccatrice pentita e presente ai piedi della Croce e al sepolcro, nonché prima persona che rivide Gesù Risorto, è protagonista di storie e leggende. E, proprio per la marcata eroicità della vita e della spiritualità, la sua figura di “apostolo degli apostoli” nei secoli è stata sempre e costantemente presente nell’arte, nella letteratura e nella devozione. Come scrisse Alfredo Cattabiani († 2003), nel Calendario, fu la “nuova Eva redenta dal ruolo di peccatrice in messaggera di pace e d’amore, simbolo infine di beatitudine mistica”.
Il popolo cristiano la ebbe cara. Portarono il nome di Maddalena donne sconosciute delle quali restano poche tracce (si veda per esempio la frequenza nei registri di battesimo dell’opera del Duomo di Firenze), principesse e famose sante e beate.
Tra queste ultime, riguardo ai Servi di Maria, è da ricordare la beata suor Maddalena da Carpi, la cui delicata storia è narrata dagli Annali dell’Ordine all’anno 1546, ritenuto quello della morte.
Dal testo, che è l’unico a parlarne, appare proprio come una figura luminosa dall’anima sempre giovane.
(Mi scuso se nella traduzione non sono riuscita a renderne perfetta la visione).

“La santa vergine Maddalena fu famosa per le sue virtù religiose nel nostro monastero di Carpi [San Sebastiano, già Santa Maria degli Angeli delle Serve di Maria, poi delle Cappuccine].
Questa umile donna, e ancor più umile nella religione, riuscì a farsi reclutare tra le stesse converse, e fu considerata di tanta onestà e di purezza di vita , ed era anche bella. La giovane veniva mandata liberamente per i campi di Carpi a raccogliere il grano, vino e altri cibi per il monastero [compito delle converse].
In quest’umile ufficio riuscì così tanto bene per la sua bontà che, mentre era ancora in vita, fu chiamata beata dai ragazzi, i quali, attratti dalla sua devozione, e giungendo dalle loro case con offerte, la incontravano così frequentemente, che non era necessario per lei chiedere l’elemosina alla porta, perché i bambini riempivano in fretta i suoi sacchi e le ceste di pane e di altre prelibatezze, affinché potessero ricevere da lei solo una benedizione e pii ammonimenti.
E quando era un po’ libera dall’elemosina, trascorreva la maggior parte del suo tempo in preghiera nel coro, recandosi in quella parte particolare di tale ambiente dove le novizie recitavano nella prima ora il versetto: Cristo, figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.
Infatti godeva di tanta dolcezza nell’udire o nel meditare quelle parole, che spesso soffriva in estasi; e fu vista da altre monache sollevarsi da terra.
Avvenne una volta che il figlioletto del signor Alberto, conte consacrato di Carpi [Alberto III Pio di Savoia (1475-1531), fondatore del monastero nel 1502, deposto nel 1525], venne meno per un malore improvviso, e sarebbe morto, se suor Maddalena, che era stata chiamata da degli inviati ad intercedere per il ragazzo, non fosse entrata nella sala piena di grida e lacrime e, condotta dal defunto bambino, alla maniera del profeta Eliseo, stando sopra di lui, non lo avesse abbracciato e baciato, restituendolo alla vita.
Per la grazia del bene fatto Alberto ottenne dal duca di Ferrara [forse Ercole II d’Este, † 1559] molte esenzioni e grazie per il monastero, e noi abbiamo visto con i nostri occhi l’autentica concessione su pergamena.
Ma quando si avvicinarono i giorni della morte di Maddalena, ella insistette con le suore che avrebbe voluto essere sepolta fuori della chiesa in un luogo speciale, perché sapeva con certezza che un giorno sarebbe accaduto che, dopo che la chiesa fosse stata ampliata, il suo corpo sarebbe stato sepolto nel luogo dove avevano riposato i piedi di quelle vergini che stavano nel coro, le quali pronunciavano nella prima ora canonica, Christe Filii Dei, ecc.
E così, non molto tempo dopo l’ingrandimento della chiesa, ciò che la beata Maddalena aveva predetto con spirito profetico, fu visto essere vero.
In memoria di ciò, le suore decisero la loro sepoltura in un luogo comune, dopo che erano state riesumate le ossa della reverenda beata Maddalena e, dietro nostro consiglio, le avevano trasferite in un luogo più dignitoso.
Quando è avvenuta esattamente la sua morte, non possiamo scriverlo, ma abbiamo capito che si trattava di questi tempi [1546].
Chi vorrà imitare l’esempio di questa beata potrà rappresentare la bella suora del nostro Ordine, senza però il velo nero [delle monache corali], con i sacchi sulle spalle, e con nell’altra mano un foglio, sul quale è scritto Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi, con gli occhi e il volto alzati in alto” (Annali, II, 145, 146).

Traduzione dal latino di Paola Ircani Menichini, 27 luglio 2024. Tutti i diritti riservati.




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